Secondo
anno di Taste of Roma sempre nella deliziosa cornice dei giardini pensili dell’Auditorium
e sempre dal giovedì sera a domenica sera, passando per i pranzi. Che dire?
Rimane una bella manifestazione, un’ottima occasione per assaggiare i piatti
dei grandi chef di stanza a Roma – quest’anno anche una piccola rappresentanza
di giovani chef di altre città – tra cui numerosi stellati spendendo tra i 5 ed
i 6 euro a piatto. La “piccola” nota stonata del biglietto di ingresso che a
prezzo pieno sarebbe addirittura di 16 euro è purtroppo rimasta, ma bisogna
dire che quest’anno giravano in rete numerose opportunità di ingresso a prezzo
ridotto o addirittura gratuito (la prossima volta tenete d’occhio i concorsi di
Dissapore e Scatti di Gusto e le offerte di Splendor Parthenopes e
Cartaperdue). Per contro il prezzo dei piatti è rimasto invariato ed alcuni
ristoratori hanno forse compreso meglio i tempi che corrono ed hanno creato
porzioni praticamente simili a quelle normalmente servite al ristorante.
Quest’anno ci sono state alcune vistose assenze, tra cui Pipero al Rex e Kodaro
Nota del Magnolia, però la manifestazione ha potuto contare sulla presenza di
Heinz Beck de La Pergola che si è dimostrato, come prevedibile per chi un po’
lo conosce, non solo lo chef più fotografato e ricercato, ma anche uno dei più
presenti in cucina e gentili. Nino ha seguito qualche buon mini corso di cucina
e show cooking, mentre io ho essenzialmente mangiato e anche questa volta
qualche straordinaria perla gastronomica c’è stata: l’anno scorso il mio premio
era andato alla tartare di oca in cialda di Pipero, mentre quest’anno credo che
il dolce proposto dal sempre validissimo Francesco Apreda dell’Imago all’Hassler abbia
battuto qualunque altra proposta. Ricordo di uovo allo zabaione con granita di
orzata e crumble al caffè…perfezione assoluta nell’equilibrio dei sapori, pulizia
e freschezza finale del palato per un dolce proposto in dose non minima e dagli
ingredienti importanti….da standing ovation. Ma buone anche tante altre
proposte dalla Bowerman di Glass al Mirabelle. Deludente il piatto provato di
Arcangelo Dandini. Fantastici i panini al pastrami e con hamburger umami
offerti dall’Ape di Romeo Chef & Baker.
Personalmente
suggerirei agli organizzatori un po’ più di coraggio e varietà nella scelta dei
fornitori degli stand di gastronomica che a volte rasentavano il livello da
sagra di paese.
Inevitabile
la folla di food blogger-groupie degli chef più in vista, qualche notabile
dalla prima all’ultima Repubblica ed aspiranti partecipanti al salotto di turno,
ma il risultato finale tutto sommato non tradisce il progetto di far avvicinare
il grande pubblico all’alta cucina. E a questo proposito valida anche l’offerta
via mail seguente alla manifestazione di sconti su cene e corsi di cucina in
luoghi sponsor di Taste.
All’anno
prossimo!
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