Un
Ponte in Toscana ci sta sempre bene, anche se di questa Regione apprezzo più le
piccole località e la campagna che le grandi città che sono sempre prese
d’assalto da orde di turisti e gite scolastiche. E infatti così si presentavano
Siena e Firenze nel lungo Ponte del 25 Aprile 2013, del tutto soffocate da una
folla di persone giunte da tutto il mondo per vedere tutti insieme le stesse
cose. Onestamente in queste condizioni la qualità della visita ne risente e del
resto a me Firenze non ha mai fatto tanto impazzire perché al di là della
indubbia bellezza delle opere d’arte contenute nei mille musei, palazzi e nelle
straordinarie chiese, tutto sommato mancano aspetti realmente caratteristici di
una città totalmente sfigurata dal turismo di massa. A Firenze riconosco solo
l’indubbio fascino del fiume Arno che non soffre come il Tevere di muraglioni
che lo separano dalla città ed i cui scorci dai ponti, soprattutto al tramonto,
regalano un tocco di forte romanticismo a qualunque visita. Per il resto tour
de force tra musei e chiese in entrambe le città.
Alcune
note: la Firenze Card costa ben 50 euro per 3 giorni però permette l’accesso
gratuito a tutto proprio tutto il visitabile, comprese mostre temporanee e
luoghi privati come Palazzo Strozzi. Considerati i prezzi di Firenze se ci si
mette di buona lena – e noi l’abbiamo fatto! – ci si guadagna. Inoltre sono
compresi anche i mezzi pubblici e l’accesso prioritario ai luoghi con file
clamorose…peccato che non ci siano quasi mai accessi separati, quindi si tratta
di discutere con la folla in fila ed è molto sgradevole. Dappertutto si vive la
costante certezza che la città è del tutto disorganizzata per accogliere questa
mole di turismo e sporcizia e disorganizzazione regnano sovrane.
Interessanti le attività per bambini organizzate da Palazzo Vecchio e Palazzo
Strozzi.
Ben più linda Siena, anche se
il bivacco in Piazza del Campo sembra roba da Lanzichenecchi.
Detto ciò ovviamente abbiamo anche
mangiato e complessivamente piuttosto bene, con i consigli della immarcescibile
guida Slow Food e di amici fiorentini. Inutile dirlo, obbligatorio prenotare in
ogni ristorante, fosse anche la più infima bettola, se non volete rischiare di
mangiare lasagne precotte e cotoletta alla milanese nelle squallide tavole
calde turistiche che sono dappertutto.
Firenze - La Casalinga - Via dei Michelozzi, 9/R tel. 0557218624
Un po’ una delusione. Spesso la
Slow Food nelle grandi città tradisce le aspettative inserendo anche indirizzi
che vantano sicuramente una certa veracità tradizionale, ma non necessariamente
di alta qualità. La Casalinga è il tipico esempio di trattoria di una volta che
campa di rendita: il problema non è la deriva turistica, visto che il locale è
anche un po’ decentrato dalle tipiche rotte delle orde nel bel quartiere di S.
Spirito, ma l’assioma per cui cucina casalinga debba far rima con eccesso di
condimenti e cotture alla come va va. I pici scotti ed un olio pur buono, ma in
dosi eccessive in ogni pietanza rendono anche i piatti più semplici indigesti.
Non sempre la tradizione va rispettata, anzi spesso la cucina delle nonne era
veramente pessima!!!! Aperto a pranzo e cena.
Firenze - Antico Ristoro di Cambi - Via S. Onofrio, 1/r tel. 055/217134
Decidere dove mangiare una
buona ed autentica bistecca fiorentina a Firenze è un po’ come stabilire dove
mangiare la pizza a Napoli o la carbonara a Roma….è dura! Per fortuna gli amici
locali ci sono venuti incontro portandoci in questo storico locale nel
tranquillo quartiere di S. Frediano oltrarno. Ristorante arcinoto e sempre
pieno, quindi d’obbligo la prenotazione e nelle serate più affollate si
rispetta anche il temibile “doppio turno”. Però ne vale la pena. Ambiente caldo
ed accogliente con panche e sgabelli, situazione molto toscana ed infatti ci
sono molti locali che vengono soprattutto per mangiare l’ottima e piccantina
ribollita, sempre in carta, e le straordinarie fiorentine. La carne buona si
paga, ma qui si paga il giusto: 40,00 euro al chilo per una bistecca veramente
succulenta cotta alla perfezione con un incredibile sapore di brace ed il
grasso rosolato a puntino. Una vera esperienza, anche per chi come me non
mangia la carne del tutto al sangue, ma preferisce una cottura media. Diffidate
della marea di posti che in città offrono le “bistecche alla fiorentina” a
prezzi ridicoli! Aperto a pranzo e cena.
Tripperie
L’Italia per chi non se lo
ricordasse è il paese dello street food, altro che kebab! Se a Milano o Roma
questa antica tradizione è quasi dimenticata, in provincia gli indigeni ci
tengono a mantenere viva la pratica quotidiana di cibo buonissimo da mangiare
in piedi, possibilmente sporcandosi le mani.
A Firenze lo street food per
eccellenza è il panino con il lampredotto, parte dello stomaco più delicata
della trippa: i banchi stabili di questi panini sono ancora tanti e spesso sono
posizionati all’interno e nei pressi dei mercati, come è giusto che sia. Il
lampredotto è buonissimo, sia lesso con la salsa verde o piccante sia inzimino cioè in umido, e vale la pena sfidare l’eventuale disgusto
per l’idea sul prodotto perché il gusto è ottimo, leggero e saporito. Quasi tutti i banchi vendono anche panini o vaschette
con lesso, trippa alla fiorentina, guancia in umido. Noi abbiamo provato questi
due trippai:
Lupen e Margò - Via dell'Ariento angolo Via S. Antonio (mercato di S. Lorenzo)
Orazio Nencioni - Loggia del Porcellino
Per massimo 4.50 euro per un panino e poco di più per una vaschetta si mangia benissimo e si è sicuri di assaggiare un prodotto locale sempre fresco visto che le file davanti a questi baracchini dimostrano che le preparazioni sono di giornata. I trippai sono in genere aperti dalle 9.00 alle 18.00 e chiudono solo la domenica e in piena estate. Mangiare un sugoso panino mescolati ad una folla di giapponesi e fiorentini non ha prezzo.
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