sabato 9 novembre 2013

Un assaggio di Romagna (Ravenna e dintorni)

Eh no, in Emilia Romagna con la famiglia non ci ero mai andata. Anzi, erano anni che proprio non ci mettevo piede. E le belle città come Bologna, Ferrara, Ravenna, viste in gioventù? Per non parlare di tutte quelle ancora mai visitate come Parma, Modena (ma qui prima o poi ci si va per Bottura….), Reggio Emilia?

Per ora abbiamo rimediato con un fine settimana lungo a Ravenna che ci ha permesso di vedere e ri-vedere i magnifici mosaici della città e scoprire che, tutto sommato, una giornata a “l’Italia in Miniatura” può essere piacevole. A Ravenna consiglio di sottoscrivere due card, la Romagna Card e quella dei monumenti posti sotto il controllo della Diocesi: spendendo complessivamente circa 20 euro si può visitare tutto il visitabile in una città bellissima e quasi del tutto pedonalizzata (nel centro storico) che, comunque, con un giorno e mezzo si gusta appieno. Ciò che non mi aspettavo, però, è stato l’incanto dell’orizzonte lungo sulla pianura padana, con il tramonto magico alle saline di Cervia ed il desiderio di scoprire un giorno la zona del Po.

Il cibo romagnolo, poi, non dovrebbe proprio essere in questione e ce lo siamo cercato non solo in città, ma anche nei dintorni attingendo, come sempre, dalla inossidabile guida delle Osterie Slow Food. Da rilevare che tutti i ristoranti provati sono stati da plauso, ma che i prezzi sono un pochino più alti che a Roma visto che anche in città piccole in osteria non si riesce a spendere meno di 35 euro a persona.

Ravenna – Osteria dei Battibecchi – Via della Tesoreria Vecchia, 16 tel. 0544/219536
In pieno centro storico, a due passi da Piazza del Popolo, questa osteria non tradisce le aspettative di trovare un ambiente realmente tipico per calore nel servizio e tipicità in cucina. Piadina calda e salumi, una zuppa di fagioli molto speziata che da sola vale la sosta, ottimo coniglio e maiale e la migliore zuppa inglese sperimentata durante il soggiorno. Interni rustici e caldi e tanti indigeni che affollano i non numerosi tavoli, quindi d’obbligo la prenotazione. Aperto a pranzo e cena.
 
Faenza – Marianaza – Via Torricelli, 21 tel. 0546/681461
Inutile mentire: delle ceramiche, pur notevoli, non ci importava granché. Ma le due piazze centrali della città sono molto belle e questa antica osteria che ha avuto un ruolo anche nella storia della città, vale sicuramente la sosta. Un enorme camino con brace accesa per la cottura di carni e verdure troneggia nella sala centrale e l’energico personale tutto al femminile ricorda la forza e veracità delle donne romagnole, così come la buonissima carne di tutti i tipi cotta alla brace e la pasta fresca condita in maniera piuttosto “ignorante” e gustosissima. Turisti di passaggio e lavoratori che parlano solo dialetto e pasteggiano a prosecco si mescolano in un posto tutto da vedere e tutto da gustare. Aperto a pranzo e cena. E conto al di sotto dei 30 euro a persona (sempre incluso l’immancabile Sangiovese a calice).
 
Bagno di Romagna – Al Gambero Rosso – Via Verdi, 5 tel. 0543/903405
E anche in questo caso non serve mentire: Bagno di Romagna non l’abbiamo neppure vista in quanto passati di sera nel viaggio di andata. Ma qui la sosta era d’obbligo, in questo ristorante dal nome evocativo annesso ad un albergo che se ha stanze simili alla sala dove si mangia merita anch’esso una capatina prossima ventura. In questo caso non siamo di fronte ad una vera e propria osteria, ma ad un ristorante con tutte le carte in regola, caratterizzato da un' eleganza da casa di una volta ed impreziosito da mille oggetti graziosi, che propone la cucina di una famiglia che ha deciso di riscoprire i piatti di una volta, giustamente alleggeriti ed ingentiliti, ma mai stravolti. Infatti in cucina c’è la madre ed in sala padre e figlia che creano un’accoglienza quanto mai calda e solerte capace di intrattenere senza invadere con storie di un’epoca antica. Piatti deliziosi del territorio presentati con grande gusto e super bonus per un angolo salotto attrezzato con libri e giochi per intrattenere i bambini. Aperto a pranzo e cena.
 
Piadina
Anche in questa zona esiste l’annosa questione di stabilire dove si mangi meglio lo street food più iconico del luogo. Di baracchini che servono piadine appena fatte ve ne sono una moltitudine sia sulla costa che all’interno, tutti caratterizzati dall’esterno dipinto a strisce bianche e verdi. La mia sensazione è che ovunque si vada si caschi bene, perché per quanto possa essere turistica la zona, per lunga parte dell'anno non lo è e comunque il territorio è abituato a mangiare bene, molto bene e sul proprio piatto simbolo non ammette cedimenti di qualità. Noi abbiamo provato il baracchino Al Parco da Eleonora sulla Strada Statale Adriatica, 16 angolo Via Salara (per capirci, tra Italia in Miniatura e Mirabilandia). Eleonora è lì che cuoce con il marito piadine, crescioni, rotolini e straordinari crackers (cioè una piada più sottile insaporita dallo straordinario sale di Cervia e dal rosmarino, poi rotta a pezzetti e da mangiare per giorni come, appunto, dei crackers) da 8 anni e prima lo faceva in un altro luogo per complessivi 30 anni di attività. Pagando non più di 6 euro a pezzo si mangiano piade e crescioni caldi e buonissimi dai ripieni più vari, in piedi o seduti sulle uniche tre sedie con negli occhi il tramonto sulle saline di Cervia e dietro le macchine che sfrecciano sulla statale. D'estate ci hanno detto che si vedono miriadi di fenicotteri rosa. Impagabile.
 
 
 

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