Per ora abbiamo rimediato con un
fine settimana lungo a Ravenna che ci ha permesso di vedere e ri-vedere i
magnifici mosaici della città e scoprire che, tutto sommato, una giornata a “l’Italia
in Miniatura” può essere piacevole. A Ravenna consiglio di sottoscrivere due
card, la Romagna Card
e quella dei monumenti posti sotto il controllo della Diocesi: spendendo
complessivamente circa 20 euro si può visitare tutto il visitabile in una città
bellissima e quasi del tutto pedonalizzata (nel centro storico) che, comunque,
con un giorno e mezzo si gusta appieno. Ciò che non mi aspettavo, però, è stato
l’incanto dell’orizzonte lungo sulla pianura padana, con il tramonto magico
alle saline di Cervia ed il desiderio di scoprire un giorno la zona del Po.
Il cibo romagnolo, poi, non
dovrebbe proprio essere in questione e ce lo siamo cercato non solo in città,
ma anche nei dintorni attingendo, come sempre, dalla inossidabile guida delle
Osterie Slow Food. Da rilevare che tutti i ristoranti provati sono stati da
plauso, ma che i prezzi sono un pochino più alti che a Roma visto che anche in
città piccole in osteria non si riesce a spendere meno di 35 euro a persona.
Ravenna – Osteria dei Battibecchi – Via della Tesoreria Vecchia, 16
tel. 0544/219536
In pieno centro storico, a due
passi da Piazza del Popolo, questa osteria non tradisce le aspettative di
trovare un ambiente realmente tipico per calore nel servizio e tipicità in
cucina. Piadina calda e salumi, una zuppa di fagioli molto speziata che da sola
vale la sosta, ottimo coniglio e maiale e la migliore zuppa inglese
sperimentata durante il soggiorno. Interni rustici e caldi e tanti indigeni che
affollano i non numerosi tavoli, quindi d’obbligo la prenotazione. Aperto a
pranzo e cena.
Faenza – Marianaza – Via Torricelli, 21 tel. 0546/681461
Inutile mentire: delle ceramiche,
pur notevoli, non ci importava granché. Ma le due piazze centrali della città
sono molto belle e questa antica osteria che ha avuto un ruolo anche nella
storia della città, vale sicuramente la sosta. Un enorme camino con brace accesa
per la cottura di carni e verdure troneggia nella sala centrale e l’energico personale
tutto al femminile ricorda la forza e veracità delle donne romagnole, così come
la buonissima carne di tutti i tipi cotta alla brace e la pasta fresca condita
in maniera piuttosto “ignorante” e gustosissima. Turisti di passaggio e
lavoratori che parlano solo dialetto e pasteggiano a prosecco si mescolano in
un posto tutto da vedere e tutto da gustare. Aperto a pranzo e cena. E conto al
di sotto dei 30 euro a persona (sempre incluso l’immancabile Sangiovese a
calice).
Bagno di Romagna – Al Gambero Rosso – Via Verdi, 5 tel. 0543/903405
E anche in questo caso non serve
mentire: Bagno di Romagna non l’abbiamo neppure vista in quanto passati di sera
nel viaggio di andata. Ma qui la sosta era d’obbligo, in questo ristorante dal
nome evocativo annesso ad un albergo che se ha stanze simili alla sala dove si
mangia merita anch’esso una capatina prossima ventura. In questo caso non siamo
di fronte ad una vera e propria osteria, ma ad un ristorante con tutte le carte
in regola, caratterizzato da un' eleganza da casa di una volta ed impreziosito
da mille oggetti graziosi, che propone la cucina di una famiglia che ha deciso
di riscoprire i piatti di una volta, giustamente alleggeriti ed ingentiliti, ma
mai stravolti. Infatti in cucina c’è la madre ed in sala padre e figlia che
creano un’accoglienza quanto mai calda e solerte capace di intrattenere senza invadere
con storie di un’epoca antica. Piatti deliziosi del territorio presentati con
grande gusto e super bonus per un angolo salotto attrezzato con libri e giochi
per intrattenere i bambini. Aperto a pranzo e cena.
Piadina
Anche in questa zona esiste l’annosa
questione di stabilire dove si mangi meglio lo street food più iconico del luogo. Di
baracchini che servono piadine appena fatte ve ne sono una moltitudine sia
sulla costa che all’interno, tutti caratterizzati dall’esterno dipinto a strisce
bianche e verdi. La mia sensazione è che ovunque si vada si caschi bene, perché
per quanto possa essere turistica la zona, per lunga parte dell'anno non lo è e comunque il territorio è abituato a mangiare
bene, molto bene e sul proprio piatto simbolo non ammette cedimenti di qualità.
Noi abbiamo provato il baracchino Al Parco
da Eleonora sulla Strada Statale Adriatica, 16 angolo Via Salara (per
capirci, tra Italia in Miniatura e Mirabilandia). Eleonora è lì che cuoce
con il marito piadine, crescioni, rotolini e straordinari crackers (cioè una piada più
sottile insaporita dallo straordinario sale di Cervia e dal rosmarino, poi
rotta a pezzetti e da mangiare per giorni come, appunto, dei crackers) da 8
anni e prima lo faceva in un altro luogo per complessivi 30 anni di attività. Pagando
non più di 6 euro a pezzo si mangiano piade e crescioni caldi e buonissimi dai
ripieni più vari, in piedi o seduti sulle uniche tre sedie con negli occhi il
tramonto sulle saline di Cervia e dietro le macchine che sfrecciano sulla
statale. D'estate ci hanno detto che si vedono miriadi di fenicotteri rosa. Impagabile.
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