Qui
giacciono il radioso passato e le belle speranze di quello che fu e poteva
essere un buon indirizzo….quando aprì ci cucinava un valido chef di cui non
ricordo il nome e lo spazio con arredo vintage – ma vintage pesante, eh:
immaginate che ci sono anche le teste di bambola! – e la bellissima cucina a
vista erano una piccola novità nell’asfittico panorama romano e ancor di più
nel rione Monti che fino a pochi anni fa si caratterizzava solo per trattorie
romanesche ed aperitivifici per studenti di Architettura. Molte aperture trendy
dopo lo chef è andato via, le teste di bambola sono ancora lì e la cucina è
decisamente peggiorata. I proprietari sono gli stessi di Zoc che non ho ancora
provato, ma di cui mi si dice gran bene: credo, però, che i capi dovrebbero
tornare un po’ alla casa madre e dare una sistemata perché da Urbana 47 al
momento non c’è niente che vada per il verso giusto. Il servizio è sconnesso e
distratto con comande che escono in ordine sparso, la carta dei vini banale ed
i piatti sono di quelli che snocciolano nel titolo lunghi elenchi di materie
prime di eccellenza per poi rivelarsi all’assaggio molto più che scontati e
spesso anche veramente mal cucinati. I ravioli ripieni di patate, broccoli e
salsiccia con sugo di funghi prataioli e carboncelli sono anonimi ravioli privi
di forza e ricchi solo di ancor più anonimi champignon (14 euro); il pollo
ripieno di patate e cicoria con insalatina natalizia di puntarelle, fichi
secchi e melograno è veramente un pollo arrosto con puntarelle scondite e non capate ed un ripieno che si sente appena (18 euro); lo strudel di mele e
cannella con zabaione e melograno (per fortuna solo 5 euro) è a dir poco
imbarazzante in quanto trattasi di fette biscottate durissime farcite con mela stracotta.
Su ogni piatto troneggiano chicchi sparsi di melograno senza un perché e senza
un domani. Sarà che a Natale il melograno porta fortuna….mah. Un consiglio: se
proprio volete tentare la sorte e far colpo su qualcuno/a che ama i posti
finto trasandato ordinate sulla base del menù in inglese, è più sincero. Come
da programma il posto è aperto da mane a sera, brunch ed aperitivi (anzi:
tapas…) compresi. Il conto, lo capite dai prezzi citati, non ce la fa a stare
al di sotto dei 40 euro neanche impegnandosi.
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