sabato 31 marzo 2012

Montefalco e dintorni

Un giorno qualcuno dovrà stabilire se è più bella l’Umbria o la Toscana? Ma poi perché cosa hanno fatto di male le Marche? Questo giusto per rimanere nell’Italia centrale. In ogni caso io almeno una volta l’anno ho bisogno: 1. di vedere il verde smeraldo dei prati e le vette dolomitiche che l’Alto Adige in estate può offrire (badate bene, Alto Adige, non Trentino…con tutto il rispetto, non c’è paragone); 2. fare qualche gitarella d’arte e di verde in Umbria o Toscana. Il povero figlio si sciroppa da quando è nato entrambe le cose: prima o poi si ribellerà. Eppure nell’ultima sortita in Umbria, complice un coupon in meritevole enoteca con annessa locanda in quel di Montefalco, abbiamo scoperto che ha una vera passione per San Francesco…ora, magari la cosa è un po’ problematica visto che io sono ebrea-atea ed il padre cristiano-ateo, ma ciò è servito a fargli reggere quasi 7 ore di visita della città, comprese tutte le chiese ed i notevoli affreschi, senza fare un lamento. Prodezze del santo o di Giotto? Non abbiamo ceduto solo sulla proposta di vedere un musical sul santo e su Chiara…forse la prossima volta.

Montefalco – Locanda Enoteca Spirito Divino – Piazza Mustafà, 2 tel. 0742/37904-361920   www.spiritodivino.net
Ecco uno di quei coupon che se vi capita sotto agli occhi non fatevelo sfuggire di mano: si tratta di un insieme di locande, questa a Montefalco, una nella vicina Bevagna e una country house con piscina nei dintorni. Credo che la più interessante sia questa perché la cittadina è molto carina, con mura medioevali ed un bel museo, e la locanda è custodita in un palazzo del ‘400 nel centro del paese. Del resto dalle altre per la cena bisogna spostarsi qui. Al primo piano poche stanze molto grandi e confortevoli con pavimenti in cotto e travature sul soffitto, bagno enorme ed ottima teleria; al piano terra e all’ammezzato un’enoteca con cucina che propone piatti del territorio – ottimi tartufi in stagione – e mostra una quantità sterminata di vini in esposizione, per la vendita o la mescita diretta. Di suo il posto non è economicissimo e del resto è una struttura di una certa qualità e la cucina ha come supervisore un cuoco stellato Michelin, però con l’offerta acquistata il tutto era più abbordabile: due notti con colazione (biscotti al Sagrantino fatti in casa!), ottima cena a base di tartufo, aperitivo con bollicine, pane e pizza con olio novello, prosciutto che Cesare ancora si sogna e formaggi e visita con degustazione alla cantina principe del Sagrantino. Da rifare. (Ah volete il prezzo? 165 euro, più 20 euro al giorno in più per il baby).

Bevagna – Ristorante Enoteca di Piazza Onofri – Piazza Onofri, 1 tel. 0742/361926
Alla fine a Bevagna ci abbiamo comunque fatto un salto: grazioso borgo medioevale, forse meno interessante di Montefalco, ma con vari ristoranti validi. Questo è citato da molte guide e merita veramente. Anche qui i vini vanno via come l’acqua (e pensare che fino a non molti anni fa il Sagrantino non lo voleva nessuno e stava praticamente scomparendo!), ma anche il cibo non è da meno. Ho mangiato una zuppa di tortelli da rimettere al mondo! E ottimo il piccione. Aperto solo la sera, a pranzo nei fine settimana.

Cannara – Perbacco – Via Umberto I, 14 tel. 0742/720492
Il paesino è famoso per un tipo di cipolla dolce che viene celebrata in innumerevoli sagre. Ma non eravamo in stagione di eventi. Il ristorante è un curioso incrocio tra un’osteria tradizionale ed il ristorantino trendy: arredi e carta da parati optical, un po’ Escher un po’ anni ’70, ed un incredibile bagno che fa sentire tutti Alice nel Paese delle Meraviglie. Un po’ meno convincente la cucina, che forse si perde in alcuni inutili tentativi di innovare qualcosa che va bene così come è, o che se proprio lo si vuole fare servirebbe un po’ di talento in più. Comunque un posticino interessante. Aperto solo la sera, a pranzo nei fine settimana.

Lago Trasimeno

Bello il Lago Trasimeno, grande e con due isole visitabili dove poter fare lunghe passeggiate in una natura ancora abbastanza selvaggia e tra alcuni ruderi antichi, romani e medioevali. Una visita da queste parti (neanche a dirlo: occasione galeotta fu un’immancabile coupon per un Agriturismo della zona molto spartano, ma con una piccola fattoria e i pony. Perfetto per i bambini) permette di assaporare piatti preparati con i pesci di acqua dolce che spesso vengono ingiustamente snobbati e che invece sono gustosissimi. Un paio di indirizzi.

Castiglione del Lago – L’Acquario – Via Vittorio Emanuele II, 69 tel. 075/9652432
Proprio sulla via principale della cittadina questo ristorante vi accoglie con premura ed ottimi piatti. Da visitare a Castiglione il Palazzo delle Corgna e la Rocca del Leone, edifici di epoche diverse oggi uniti tra loro in un percorso che permette di perdersi tra gli affreschi del Pomarancio – bellissimi – e notizie su un albero genealogico nobiliare molto complesso. Dopo la lunga visita mangiare all’Acquario vale la pena: piatti di pesce di lago (luccio, tinca, coregone, carpa) con influssi dell’entroterra umbro e a tratti toscano.

Magione – Rosso di Sera – Via Fratelli Papini, 79 tel. 075/8476277
Si mangia praticamente affacciati sul lago e il tramonto che si può vedere merita il nome del locale. Tende svolazzanti sulla terrazza, candele, ma servizio rustico e caloroso e piatti semplici, ma buonissimi. Un posticino veramente da scoprire. Ovviamente in cucina domina il pesce di acqua dolce in tutte le sue varianti, sia nei primi che nei secondi, cucinato in modo leggero


martedì 27 marzo 2012

Puglia (o meglio: qualcosa del Salento e della Murgia)

Ho rettificato un pò il titolo perchè questo post non ha la pretesa di coprire l'offerta gastronomica di una regione vasta, splendida e molto varia. Di fatto siamo stati alcune volte in Salento e se fosse per me ci andrei tutte le estati: personalmente non sono una da mare, ma qui è bellissimo come forse solo alle Maldive (e infatti vicino a S.Maria di Leuca c'è una spiaggia chiamata "Le Maldive del Salento"...paragone ambizioso, ma non lontano dal reale), trasparente e calmo, con spiagge di sabbia bianca e fine. Ma a me interessano soprattutto le bellezze artistiche e da queste parti c'è solo l'imbarazzo della scelta, con in più il gusto e la facilitazione di un numero quasi imbarazzante di visite guidate gratuite organizzate dalle pro loco a castelli, città, ville, insomma a tutto il florilegio di meraviglie del barocco salentino. In due annate di vacanze, ogni volta 10 gorni di permanenza, non siamo stati al mare o in casa neanche un pomeriggio...povero figlio! Parlo di posti come Lecce, Maglio, Nardò, Ostuni, Otranto, ecc.. E dopo il tramonto ogni sera si accendono le luci su almeno 4-5 sagre nel giro di pochi chilometri, dove mangiare buonissimo cibo locale a prezzi inauditi ed ascoltare la mitica pizzica. Spesso anche la sera visite guidate gratuite ai frantoi antichi, alle vecchie macine, a musei del folklore. Da queste parti sanno veramente vivere ed il turista è trattato benissimo. Il cibo del Salento è indimenticabile: non badate troppo alle mie recensioni e guardatevi in giro perchè credo sia difficile mangiare male, tranne che in alcune località di mare un pò turistiche. E lasciate perdere la ricerca forsennata del pesce perchè dopotutto la vera cucina pugliese è per lo più contadina e di terra, povera e saporita. Ovviamente orecchiette con cime di rapa o sugo e formaggio, pittule, melanzane, carne di cavallo al sugo. Se poi si sale un pochino si entra nell'atmosfera meno marina e più terrestre della Murgia dove sono incastonati alcuni gioielli architettonici come Alberobello, Locorotondo, Cisternino, Gravina, Ruvo: cittadine bianche come in Grecia dove si mangia la carne alla brace dei "fornelli". Segnatevi una ricetta da provare: le bombette di capocollo di maiale imbottite di formaggio...cibo di strada che era presente anche al Salone del Gusto di Torino, per capirci. A poca distanza indimenticabili le visioni del duomo di Trani, merletto gotico appeso sul mare e dell'esoterico castello ottagonale di Federico II a Castel del Monte.
Da mettere in conto, oltre alle sagre con cui ci si può saziare tutte le sere, la manifestazione il Mercatino del Gusto organizzata ogni anno a Maglie in Agosto da Slow Food: una settimana di mercato di delizie del territorio e di cene di strada e in villa...imperdibile. Sempre a Maglie - dove nacque Aldo Moro - esiste una delle più esclusive fabbriche di ciccolatini d'Italia (parliamo di qualcosa che batte anche alcuni prodotti piemontesi!), il marchio Maglio di cui si trova una rivendita nella cittadina ed uno a Lecce. Praline e cioccolato di qualità incredibile.

Alberobello - La Cantina - Corso Vittorio Emanuele/angolo Vicolo Lippolis, 9 tel. 080/4323473
La differenza tra la Puglia e altre regioni a vocazione turistica forse si intravede già in questa evidenza: anche in un posto di grande afflusso turistico come Alberobello si mangia bene, anzi talmente bene da avere ben due indirizzi pubblicati sulla guida Slow Food. La fregatura gastronomica in questa regione si rischia un pò solo nelle località di mare, e comunque meno che altrove. "La Cantina" è un posto estremamente semplice, con una cucina più che a vista che permette di osservare in diretta la preparazione di alcuni tipici piatti della Murgia come le famose bombette, qui cucinate benissimo. Pietanza non leggera, ma squisita. Presenti in carta tutti i cavalli di battaglia del territorio con ottima qualità e gentilezza nel servizio che non fa differenza tra locali e turiste giapponesi. Qui come altrove è quasi impossibile spendere più di 35 euro per una cena completa. Aperto a pranzo e cena.

Alberobello - L'Aratro - Via Monte San Michele, 25  tel. 080/4322789
In piena zona dei trulli ed esso stesso in un trullo, questo locale potrebbe giocare facile con una ristorazione per turisti scemi. Invece il patron, tipo piuttosto estroso ben riconoscibile per gli assurdi foulard di colori fluò, alza il tiro con una cucina di territorio solida e buonissima. Ci sono stata già due volte e se torno a vedere i trulli ci torno ancora perchè il mix tra tradizione e amore per l'alta cucina da risultati sorprendenti. Aperto a pranzo e cena.

Lecce - Cucina Casareccia (Le Zie) - Via Costadura, 19 tel. 0832/245178
Qualcuno dice che questo storico locale di Lecce sia decaduto, ma secondo me vale ancora il viaggio e la sosta. L'atmosfera da casa privata, gestita appunto da due vecchie zie, c'è tutta ed è reale. La cucina è casalinga e genuina, con piatti della tradizione. Aperto a pranzo e cena.

Lecce - Alle due Corti - Via Corte dei Giugni, 1 tel. 0832/242223
Ristorante semplice, ma molto carino dove gustare degli ottimi ciceri e tria in un ambiente rustico nel pieno centro della splendida capitale del barocco leccese. Aperto a pranzo e cena.

Tricase (frazione Luncugnano) - Trattoria da Jolanda - Via Montanara, 2 tel. 0833/784164
in una sera d''estate assolutamente da provare questo indirizzo di genuina cucina casalinga che con il caldo viene servita ai tavoli posti all'aperto sulla strada che viene chiusa al traffico. Tra bambini che giocano a palla, locali che divorano chili di pittule e turisti alla scoperta del cibo pugliese, un locale incredibile per sincerità e bontà. Buonissimi gli antipasti. E poi si va di specialità, dalle orecchiette alla carne di cavallo al sugo.

Patù - Rua de li Travaj - Piazza Indipendenza tel. 349/0584531
Patù è un piccolo paesino dell'entroterra salentino a pochi chilometri da S.M. di Leuca: la sera si illuminano i muri antichi e si aprono le porte di questo delizioso ristorante che ha anche un bel cortile interno riparato dal vento dove mangiare all'aperto. Cucina solida con una serie di antipasti misti indimenticabili. Leggere le pittule, la carne al sugo e tutte le altre specialità. Aperto solo a la sera.

Ruvo di Puglia - U.p.e.p.i.d.d.e. - Via sant'Agnese, 2 tel. 080/3613879
Non vi dico (documentatevi!) a cosa corrisponde l'acronimo che da il nome a questo bel ristorante che tende ad una certa eleganza e creatività pur rimanendo nel solco della tradizione, soprattutto delle materie prime. Verdure molto buone, menù rigorosamente di stagione e qualche tocco di originalità. Aperto a pranzo e cena.


lunedì 19 marzo 2012

Scaramouche

Capiamoci: non è un posto per cui valga la pena scapicollarsi in quel della Via Prenestina (a meno che non ci abitiate), ma se vi trovate da queste parti e non sapete dove mangiare allora mi sembra giusto menzionare un indirizzo sicuro per una cena onesta e di una certa qualità. Il locale è buffo ed un pò antiquato con i rivestimenti in legno che sembra una barca ed un enorme bancone bar all'ingresso; anche il patron è simpatico, sembra un ex pugile del quartiere - e forse lo è - ed è amabile e rustico al punto giusto. Del resto la clientela è soprattutto della porta accanto. Il menù spazia tra carne e pesce fino alla pizza, ma non mi fiderei perchè ho visto un forno elettrico. Invece sia tra i primi che tra i secondi ci si imbatte in porzioni abbondanti di buon cibo: i tonnarelli al crudo e grana e la carne danese con riduzione al Porto e pancetta erano veramente buoni, ben cucinati e sinceri. Meno da sbracciarsi i dolci. Alla fine non è che sia un posto a buon mercato perchè sempre 35-40 euro si spendono - e c'è anche un fastidioso 10% di servizio - però ci alza sazi e contenti.
Scaramouche - Via Dino Penazzato, 43 a/b tel. 06/21802314   http://www.scaramouche.roma.it/

domenica 18 marzo 2012

Lievito Madre - Fermentum

Grazie ad uno dei miei soliti coupon ci siamo decisi a provare questa pizzeria aperta da meno di 2 anni in una location eccezionale. Il doppio nome del titolo deriva dal fatto che lo stanno cambiando: si chiamava Lievito Madre, ma sta diventando Fermentum. Si tratta di una pizzeria di qualità gestita da persone in gamba che all'inizio si sono intelligentemente affidati ai consigli di quelli del Giuda Ballerino, rinomato ristorante dello stesso quartiere - siamo in zona Cinecittà . La location è particolare e merita la visita: una specie di baita di legno all'interno del Parco degli Acquedotti. Il che vuol dire mangiare tra  prati verdi (c'è un bellissimo dehor) con sullo sfondo uno dei più bei panorami della storia, immortalato da tutti i pittori del Grand Tour. E invece ora qui ci si può mangiare una bella pizza, a due centimetri da un parco giochi per bambini e, nei giorni di festa, da qualche vagonata di famigliole e comitive di tutte le etnie che vengono qui a preparare immensi barbecue. Ne è passato di tempo da Mamma Roma di Pasolini...ma veniamo alla pizza. Il locale si picca di usare un lievito madre di 70 anni e varie farine biologiche mescolate insieme; il risultato è in effetti una pizza piuttosto buona, forse un pochino gommosa, ma digeribile e gustosa. I gusti tradizionali ci sono tutti e anche qualche interessante divagazione creativa (zucca gialla all'arancia e pancetta, carbonara, melanzane e 'nduja, ecc.), ma senza strafare. Fritti validi, ma il riso era un pò scotto. Ovviamente si bevono birre artigianali, ma unicamente straniere, per lo più belghe. Da rimettere a punto anche il servizio, gentile, ma piuttosto svagato. Aperto solo la sera e a pranzo nei fine settimana.
Fermentum - Via Lemonia, 214 tel. 06/45481454

martedì 13 marzo 2012

Ristorante coreano I Gio

A furia di recensire ristoranti della tradizione italiana, rischio di tralasciare quella che è da sempre la mia vera e prima passione gastronomica, i ristoranti etnici. Ho raccontato che fin da bambina andavo con i miei genitori a mangiare nei primi locali cinesi e giapponesi della città, in un tempo in cui tutti ti dicevano "ma che mangi i vermi?!" Di acqua ne è passata sotto i ponti e adesso sembra normale a quasi tutti mangiare un kebap o un sushi. Purtroppo l'offerta etnogastronomica della nostra città è sì aumentata, ma non troppo e la qualità e quantità complessiva dei locali non è certo paragonabile con altre capitali europee. Per esempio ci sono alcune incomprensibili mancanze: di ristoranti russi a Roma se ne sono visti, in epoche diverse, solo due ed entrambi hanno inesorabilmente chiuso. A New York mangiare russo o ucraino è comune come mangiare la pizza. E perchè con la grande immigrazione filippina non c'è un solo loro ristorante? Di qualche ristorante giapponese e thailandese ho già parlato: alcuni posti buoni ci sono, ma non c'è mai assoluta autenticità. Scarsa ed omologata anche la rappresentanza indiana. Mi riprometto a breve un post sugli indirizzi peruviani e cinesi. Ma intanto una menzione per la cucina coerana: a fronte di pochi immigrati coreani e di parecchie orde di turisti di questo paese, Roma vanta un buon numero di indirizzi che propongono una cucina che viene esportata in modo molto fedele e che offre piatti sani e buonissimi, soprattutto se si ama il piccante. A differenza delle carni stufate offerte dai ristoranti cinesi, la cucina tradizionale coerana gioca molto con il barbecue, sia di carne di maiale che di manzo e accompagna ogni pietanza con vari piattini di verdure molto fresche e piccanti e l'onnipresente kimchi, cavolo fermentato piccante dal sapore sapido e forte che ben si sposa alla carne abbrustolita. E poi zuppe sia di pesce che di carne, l'ottima "pizza" coreana, spaghettini vari. Una tradizione culinaria antica, mai del tutto domata da quei cinesi e giapponesi che hanno massacrato la Corea, che va provata. Io amo in particolare il piatto nazionale Bulgogi, straccetti di manzo marinati cotti sulla tavola.

I - Gio - Via Roma Libera, 26 tel. 06/58310269   http://www.i-gio.com/
Nella cornice trasteverina di Piazza San Cosimato ecco l'etnico che non ti aspetti. Dal 2004 in un grande locale che offre anche parecchi tavoli all'aperto si prepara una straordinaria cucina coreana. Il posto è piuttosto disadorno, ma è ben noto ai molti turisti coreani che vengono scaricati dai pulman a mangiare qui a tutte le ore. Ho provato almeno altri due ristoranti coreani a Roma e secondo me questo è il migliore: i prodotti usati mi sono sempre sembrati freschissimi e la qualità e la presentazione dei piatti alte. Non so bene se lo sa qualcun altro perchè il locale vive benissimo con i suoi turisti coreani e non ho mai visto orde di italiani: peccato. Tra l'altro è un ristorante gestito da una famiglia coreana DOC, credo ben integrata nella comunità visto che pubblicizzano anche viaggi in Corea e tourneè di famosi cantanti lirici coreani in Italia. Possibilità di provare un menù degustazione di specialità coreane dal'antipasto al dolce a 25 euro e numerose proposte stagionali. Aperto a pranzo e cena.

domenica 4 marzo 2012

Olevano Romano - Sora Maria e Arcangelo

Questo ristorante vale il viaggetto verso Olevano Romano dove al più uno ci passa per comprare il vinello dolce. Già che ci siete potete fare una sosta a Palestrina dove c'è un bellissimo museo archeologico nel Palazzo Barberini-Colonna: ottimo allestimento in un palazzo affrescato che contiene alcuni bei reperti tra cui un incredibile mosaico nilotico del II secolo a.C. che da solo vale lo spostamento. Proprio come questo ristorante aperto dal 1950 che propone in un ambiente elegante, ma rustico, una cucina di tradizione e territorio che rasenta l'alta cucina. Notevole l'uso di presidi Slow Food e comunque di prodotti a centimetro zero per creare ricette che pescano nella storia della gastronomia laziale più povera - notevoli i cannelloni alla Sora Maria, il baccalà alla romana, il maialino -, ma che vengono alleggeriti ed innovati con mano esperta e coraggiosa. Il tutto accompagnato da ottimi vini laziali e non e addirittura da birre artigianali, nonchè da un servizio affabile e cortese come pochi senza essere stucchevole. Grande pazienza e cortesia verso i bambini  e conto finale che non conteggia: paste in bianco per i bimbi, upgrade di bottiglie di maggiore qualità prese al posto di altre di minore valore mancanti, pane e coperto, assaggini e cortesie varie. E comunque con 40 euro si può avere un pasto sontuoso da cui è difficile uscire non barcollanti.
Sora Maria e Arcangelo - Via Roma, 42 tel. 06/9564043   http://www.soramariaearcangelo.com/

giovedì 1 marzo 2012

Venezia

Per chi ha letto il post sul ristorante di Roma "Ombre e Cicheti" sapete già che la mia città preferita in Italia è Venezia. Ci sono andata spesso, in alcuni periodi almeno due volte l'anno, e in tutte le stagioni. Ci ho compiuto i miei 18 anni, da sola, ci ho portato tutti gli amori importanti e mio figlio già due volte, mi è anche capitato di andarci in giornata con il treno, da mattina sera, tanto per stare qualche ora al Ghetto. Ad un certo punto della mia vita sono stata lì lì per tentare di andarci a vivere...ma poi non se ne è fatto niente. Detto ciò suonerà forse strano quanto dirò: di Venezia l'unica cosa che non amo è come si mangia. Non intendo la cucina veneziana, che adoro con il suo sentore di Oriente e l'uso dell'agrodolce, del baccalà, dei nervetti, granchietti, ecc., ma la ristorazione veneziana, che contende ai piccioni, ai prezzi alti e al caldo afoso il primato della nota dolente della città. A Venezia spesso si mangia male e sempre spendendo troppo: degno risultato di un turismo sconsiderato che ha fatto della laguna un luna-park a scapito della qualità. Evidentemente i veneziani non sono riusciti a capire che si poteva anche impostare il successo di una città unica al mondo in modo diverso e si sono adagiati su un livello bassissimo nella ricezione turistica con l'intenzione di spremere il turista mordi e fuggi come un limone senza dare in cambio nulla di più di quello che hanno lasciato i Dogi.
Ma qualche piccolo segnale di cambiamento si intravede e nella nostra ultima visita nell'estate 2011 abbiamo mangiato in alcuni posti segnalati da guide specializzate dove valeva la pena mangiare e a prezzi onesti. Purtroppo un paio di indirizzi sono usciti dalla guida Slow Food e non ricordo più i nomi, ma appena li rintraccio aggiorno il post.
E visto che l'occasione per andare è stato l'ennesimo, inesorabile, coupon, vi racconto anche del soggiorno alberghiero.

B&B Cà Luisa - San Marco, 1052 tel. 338/4712787   http://www.caluisa.com/
L'offerta di Groupalia era veramente appetitosa perchè due notti in due costavano 89 euro (a Venezia!!!); noi abbiamo aggiunto una notte in più ed un bambino per tutte e tre le notti per complessive altre 100 euro. Ma anche a prezzo pieno si tratta di un ottimo indirizzo in città: in pieno centro a due passi da Piazza San Marco in una calle silenziosa e pulita. Al primo piano senza ascensore, l'appartamento ha due sole stanze molto tranquille, ampie e ben arredate, con bagno grande ed attrezzature nuovissime. La colazione è solo dolce e confezionata, ma piacevole ed abbondante. Proprietari un pò "comodi" sui tempi visto che vengono apposta ad aprire, ma gentili e disponibili. Aria condizionata e possibilità di lasciare i bagagli prima di partire.

Alla Botte - San Marco, 5482 - Calle della Bissa tel. 041/5209775
Ristorante tipico, con una bella botte fuori, in zona Campo San Bartolomeo. Il menù presenta tutte le specialità della gastronomia veneziana e i prezzi sono onesti (massimo 35 euro a persona). Grande varietà di preparazioni con il baccalà. Aperto pranzo e cena.

La Mascareta - Castello, 5183 - Calle Lunga Santa Maria Formosa tel. 041/5230744
Dalle recensioni che avevo letto mi aspettavo di più, soprattutto relativamente al proprietario, famoso per essere un personaggio bizzarro che taglia i colli delle bottiglie di champagne con la sciabola ed allieta i commensali con storie ed eventi fuori dal comune. Probabilmente è più nottambulo di noi che giriamo con un bambino, quindi non l'abbiamo visto...ma la sciabola sì. Anche la cucina non mi ha impressionata: pochi piatti - il locale è soprattutto un'enoteca con cucina -, sì ben cucinati, ma con porzioni molto parche e niente di particolarmente entusiasmante. Aperto solo la sera.

Brunch dell'Hotel Danieli - http://www.danielihotelvenice.com/
Ebbene sì: per il mio 44esimo compleanno mi sono regalata un brunch sulla terrazza dell'Hotel Danieli. Non ero mai entrata in questo tempio del lusso veneziano (a tutt' oggi molto svenduto ai gruppi di russi e giapponesi tutto compreso), troppo imbarazzata all'idea di stazionare nella hall con sguardo vago come qualche milione di turisti, nè mi era venuto in mente di potermi permettere un pasto o anche solo un caffè. Invece l'occasione c'è e non è poi così proibitiva: nell'estate 2011 un brunch sulla terrazza del Danieli costava 60 euro, bevande incluse  e per bevande si intende tre dei miglior spumanti Ferrari (il brunch si chiama, per l'appunto, Ferrari Brunch). Occasione imperdibile per dare un'occhiata agli interni di un albergo meraviglioso e per passare qualche ora estiva sulla terrazza con il panorama più bello del mondo: Canal Grande, isole, chiese, tutta Venezia in un colpo d'occhio. Buffet, ovviamente, degno del posto, ampio e di grande varietà e qualità, con paste fresche da cucinare e condire al momento, carni e pesci da scegliere e cucinare, antipasti spettacolari e dolci un pò deludenti (finger sweet). Ma sopra a tutto spumanti Ferrari all you can drink che da soli valevano la spesa insieme alla vista. Ca va sans dire servizio elegante, ma non opprimente. Degna di nota la gratuità per un bambino che ha sì svaligiato il buffet di salmone affumicato e salumi, ma non ha mangiato altro.