lunedì 22 aprile 2013

Supplì a Roma

Da tempo mi ripromettevo di fare anche io un post sui migliori indirizzi per i supplì a Roma come i più blasonati blog che si rispettino. Del resto per anni mi sono chiesta come fosse possibile che al di sopra di Roma la gente non sapesse cosa fosse un supplì (e pretendesse anche di vivere felicemente!). Ma alla fine ho deciso che non c'è molto da dire: è inutile fare un elenco ragionato di luoghi che cucinano buoni o mediocri simil supplì, magari mixando alta cucina e street food. Indubbiamente i supplì creativi di 00100 sono ottimi e a livello di ristorazione le proposte di Dandini e di Bir e Fud sono eccellenti...se poi finiamo a fare confusione con gli arancini il discorso si fa lungo.
Ma la verità è che se a Roma si deve parlare del migliore, tradizionale, supplì, allora il posto è uno solo e per di più ci io abito a pochi passi. Conosciuto come I Supplì, Venanzio, Sisini: come lo volete chiamare riconoscerete questo tempio della pizza a taglio e dei supplì dalla folla che lo assedia a tutte le ore. In orario pasti c'è la fila fuori, ma il servizio è di una velocità sorprendente ed il ricambio dei prodotti continuo. In 20 anni di frequentazione non ho mai mangiato un supplì freddo o peggio ancora inacidito: i supplì di Sisini sono incredibilmente sempre uguali a se stessi e quindi perfetti. Riso cotto al dente con sugo ricchissimo, mozzarella - vera -  filante, panatura croccante ed asciutta. Roba da dipendenza. Ottima anche la pizza a taglio croccante e molto saporita e le arancine. A pranzo anche paste e melanzane alla parmigiana ed il pomeriggio fritti vegetali, tutto di ottima qualità, per l'asporto o il bivacco: dotatevi di un vassoietto e qualche bustina di un po' di tutto, ma almeno due supplì a testa, e poi andate a mangiare ai giardinetti della vicina Piazza di San Cosimato: ci riconosceremo.
Aperto da mattina a prima serata. Chiuso la domenica.
I Supplì (Venanzio, Sisini) - Via San Francesco a Ripa, 137

Trattoria degli Equi

Vatti a fidare dei post di altri blog! Siamo andati a San Lorenzo per provare questa nuova trattoria che ha per chef e patron un certo Mario Bruno che in passato gestiva la mitica A' Ciaramira di Trastevere. Ne avevo letto belle cose, come di un buon esperimento di ritorno ad una ristorazione tipica e di qualità ad un costo accettabile in un quartiere come San Lorenzo dove sembra che non esista niente al di fuori di aperitivi e pizze mediocri. Ma per ora tutto ciò non è pervenuto. Di fatto si tratta di un esperimento che ancora non ha chiara la sua strada e che delude sotto tutti gli aspetti. La location è quanto mai buffa in quanto è stato mantenuto l'arredo marinaro tutto legno del preesistente pub, con tanto di chiglia di nave all'interno. Il menù non prende partito, ondeggiando tra piatti della tradizione romana, piatti da cucina di casa e qualche idea finto creativa. Ma è nell'esecuzione che si notano i difetti peggiori, quando la carbonara nuota nell'uovo e le chicche di patate al pesto mal si sposano con la mozzarella di bufala ed il pomodoro concassè in un piatto che sembrava preparato da uno studente della vicina università per impressionare la fidanzatina. Perché? Piatti senza storia, senza una ragione in un mix dove l'idea di cucina di casa fa sorgere spontanea la domanda "ma allora perché non mangio a casa?" con errori marchiani come inondare un'enorme e tutto sommato croccante cotoletta panata con una bella insalatona di rughetta e pomodorini tanto da ammollare il tutto. Il bello è che alla fine il conto non riesce a stare al di sotto dei 30 euro e così si vanifica un'altra delle mission. Per non parlare dell'ingenuità che non fa optare per un'apertura anche a pranzo, quantomeno nei fine settimana, per quella che si propone come una trattoria in antitesi agli onnipresenti pub. Se resiste ci si torna tra un annetto e si verifica che strada ha preso. Aperto solo la sera.
Trattoria degli Equi - Via degli Equi, 39 tel. 06/4469014

Tiger Tandoori

Cucina indiana: si è già detto, la amo molto e sono ormai due decenni che vorrei tornare in India. A Roma ci sono vari posti interessanti ed il Krishna 13 di cui ho già parlato è uno di questi. Però si tratta sempre di locali di stile esotico, così come si vorrebbe fosse un viaggio tipico. Il Tiger Tandoori invece è un'altra cosa, un ibrido tutto Pigneto style: i cuochi sono indiani, ma la gestione è curata dai quei geniacci del revival e del vintage del Micca Club e del Necci e infatti anche qui l'India proposta non quella dei film di Sandokan, ma quella della Bollywood anni '50. Arredi e divanetti da fast food stile Happy Days con locandine di vecchi film indiani e di glorie del cinema bollywood si coniugano con serate con dj stile swing e rock'nbilly e la cucina indiana. Sì ma come si mangia? Molto, molto bene. Piatti tradizionali ed anche qualche idea nuova come tanti tipi diversi di dosa, specie di involtoni di piadina leggera ripieni di ogni ben di dio. Complessivamente sapori netti e freschi, forse un po' troppo calmierati nell'uso delle spezie e del piccante. Ottime le preparazioni nel forno tandoori ed i fritti sicuramente più leggeri della media. Possibilità anche di take away con costi inferiori ed ottime birre artigianali. Alla fine il conto è più in linea con l'anima radica chic del Pigneto che con quella proletaria, ma con una trentina di euro si sta bene. Aperto solo la sera.
Tiger Tandoori - Via del Pigneto, 193 tel. 06/97610172   www.tigertandoori.com


Taberna Persiana

Strana cosa: Roma non è New York ed infatti mancano all'appello numerose etnie immigrate ed ancor più ristorazioni ad esse collegate. Eppure pur non essendo la comunità iraniana tra le più numerose della città il locale che descrivo non è né il primo né l'unico in città. In passato c'era un ristorante in zona Stazione Termini e adesso oltre a questo esiste un certo Arian in zona Prati. Si tratta sempre di locali piuttosto spartani, gestiti e frequentati da autentici iraniani che sembrano vivere il posto come un luogo di vero e proprio incontro comunitario. Questa Taberna è un localino piccolo e veramente casalingo, ma la cucina è buona ed economica e l'atmosfera che vi si respira è autentica e fa pensare ad una comunità che da decenni emigra più per motivi politici che di ricerca del benessere economico e vive con grande nostalgia la lontananza da casa. I piatti sono tutti di carne accompagnata da riso e conditi con il tradizionale mix di sapori agrodolci della cucina persiana: grande uso del succo di melograno, di limoni essiccati, di pomodori caramellati. Mangiare persiano ed ascoltare la dolcissima lingua farsi sono il modo migliore per capire una volta per tutte che non si tratta di un popolo arabo, ma probabilmente di uno dei fondamenti della nostra cultura e civiltà europea (gli "ariani"...altro che nazisti!). Con 20 euro si può fare un pasto esotico ed abbondante. Aperto a pranzo e cena.
Taberna Persiana - Via Ostiense, 36/h tel. 06/81109052  


Aprilia - Per Bacco

Perché andare ad Aprilia a mangiare pesce creativo? Perché no. Però posto strano e non del tutto soddisfacente questo Per Bacco. La cittadina è piacevole solo se si ama l'architettura razionalista fascista e comunque visto che il ristorante è aperto solo la sera c'è ben poco da vedere; il locale è un'unica piccola saletta e la cucina più che a vista è a contatto diretto. Il pesce è acquistato giornalmente all'asta di Anzio e il ristorante può anche essere chiuso se l'offerta non è adeguata e comunque chiude praticamente tutta l'estate. Insomma queste sono tutte buone notizie...però. Il però dipende da due fattori: lo chef e patron - in sala la moglie - è gentile e cortese e spiega con dovizia la sua linea di pensiero legata all'assoluta freschezza e vicinanza dei pesci, però pecca di arroganza quando rifiuta di mettere per iscritto, seppur in modo temporaneo e spartano, le proposte della giornata con relativi prezzi. Ora, a parte che questa cosa è illegale e non si fa più neanche da "Maria la zozzona" sotto casa, ma poi perché? Non certo per "fregare" il cliente visto che il conto finale per una serata a tutto pesce e di grande qualità e creatività non supera i 60 euro e quindi si merita un plauso per il rapporto qualità-prezzo. Credo che alla base ci sia un po' di spocchia, della serie "decido tutto io" e questo emerge anche nel secondo problema, una mano un pò troppo pesante in alcuni  accostamenti dove alla fine chi rischia di scomparire è proprio il pesce. Peccato perché la mano c'è ed alcuni accostamenti sono notevoli - gelatina di polpo con gambero crudo - e la qualità della materia prima è indubbia.
Aprilia (LT) - Per Bacco - Via Guglielmo Marconi, 8 tel. 06/9275105

martedì 2 aprile 2013

Pescheria Osteria Sor Duilio

Lo ammetto, ero un po' prevenuta: questa storia delle osterie dentro alle pescherie secondo la moda milanese  mi da tanto l'idea che giocando sulla faccenda della freschezza ti rifilino piatti con avanzi del pesce invenduto a prezzi esagerati.
Questo Sor Duilio che a Roma è un antesignano del genere e mantiene le promesse: si mangia nei piccoli locali della pescheria stessa e la materia prima è effettivamente ottima. I piatti sono pochi e quelli cotti meno interessanti dei crudi (comunque niente pasta), però alla fine si può fare una bella mangiata di pesce dal sapore vivissimo e dalle preparazioni semplici e convincenti per un prezzo non eccessivo: con 40 euro si sta abbastanza bene. Ottima la zuppa di pesce - spinato - e fantastici i carpacci. Per i crudi vale l'opzione "lascia fare al pescivendolo" dando un prezzo di massima: in questo caso si può rischiare qualche sorpresa nel conto finale, ma ne può valere la pena. A chi piace ottime ostriche e ovviamente tanto pesce a peso da cucinare come si vuole. Aperto a pranzo e cena, ma non tutti i giorni.
Pescheria Osteria Sor Duilio - Via Cave di Pietralata, 44/46 tel. 06/41787439   www.pescheriasorduilio.com